Il Musone

personaggi e situazioni sono di pura fantasia e totalmente inventati. O forse no.

il cinese, l’Amica, l’obesa, l’innamorato, la mezza tedesca, Frengo, l’attore, la corsa, il musone, la barista

No, non è la lista di dieci dei prossimi abitanti della casa del Grande Fratello, bensì la lista dei  dieci coinquilini che ho avuto nella mia esistenza. Persone con cui spesso ho condiviso molto più che le spese di casa, altre con cui non ho condiviso proprio nulla, altre ancora con cui non avrei mai voluto avere a che fare.

Pare che il musone abbia paura di ciò che scriverò su di lui. Il musone ha sempre avuto una gran paura di un sacco di cose…forse avrei dovuto chiamare il coniglio pavido (da qui la foto sopra di Mel Gibson in Braveheart – Cuore Impavido) piuttosto che come l’ho soprannominato (da cui la foto sotto). Ma cosa potrei dire di così tremendo, tanto da farmi pervenire ultimatum e minacce? Forse le cose che mi ha confidato faccia a faccia quelle rare volte che non teneva il muso? No, mi ha insegnato la moralità (sic), la lealtà verso le persone (sic), quindi non potrei mai fare qualcosa di così vigliacco (io). Non rivelerò mai i segreti di stato di nessuno, sarebbe patetico, sarebbe poco divertente (sopratutto perché smetterei di averli tutti in pugno).

Lui tempo fa mi ispirò la figura del carismatico a tutti i costi, post che di per se spiega che tipetto bizzarro e in fondo simpatico ha vissuto sotto il mio tetto. Non so perché era sempre più triste, forse pensava di trovare il fan club venendo a vivere qui, fatto sta che nonostante sia stato il coinquilino perfetto che non sporca, pulisce, si fa i fatti suoi, diventava sempre più antipatico, chiuso, negativo. Si, era il migliore in assoluto per discrezione e privacy, ma sarà che l’ambiente lo deprimeva, sarà che gli stavo sul culo, l’aria in casa era sempre più pesante. Primo coinquilino a non pagare l’affitto (dividevamo solo le spese, come con La Barista), unico coinquilino che andando via (poi ho scoperto perché è andato via) mi ha tolto un gran peso in fatto di serenità. Da quando è andato via mi mancano le risposte monosillaba, niente più “uhm” alle mie domande “come stai?”, “com’è andata?”, “che ore sono?”. Una roba che se avessi avuto come coinquilino un tronco di pino, ci avrei avuto dialoghi più avvincenti. Il peso me l’ha levato proprio perché in casa non c’era più la nuvola grigia enorme.

Ripeto: magari gli stavo antipatico, magari è tutta una mia idea bislacca, magari sono stato l’unico che ha stimolato in lui l’espansività e il calore umano che possono avere alla pari solo i Polaretti Dolfin. Non lo so, non mi interessa ma sicuramente è uno dei migliori coinquilini mai avuti: un tipo caloroso alla Cristina Parodi, simpatico alla Jose Mourino, incarnazione dello scout in tutto e per tutto, pregi e difetti.

Un amico mancato, nel senso che sarebbe stato sicuramente uno valido. In altre circostanze forse. In un’altra vita sicuramente. Troppo diversi, grazie a dio.

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