366.

My City - How I changed my Dream to become a Diplomat from Doctor

Prenoterò un viaggio quando potrò permettermelo. Come mi riprometto da anni andrò in Sicilia, certamente Palermo ma mi piacerebbe girarla tutta; visiterò per la prima volta Napoli ma se potessi ci andrei nello stesso lungo viaggio. Andrò di nuovo a New York come prima tappa di un on the road verso la Florida, come promesso a Gemy.

Abbraccerò forte forte e a lungo le poche persone che son rimaste da abbracciare. Non appena ce l’hanno proibito ho pensato che avrei fatto l’abbracciatore seriale, quello che alle manifestazioni e alle parate ha il cartello “abbracci gratis”, mi son detto che avrei abbracciato chiunque ma poi ho capito che l’abbraccio è importantissimo e le persone che voglio stringere tra le braccia sono fondamentali. Quindi avrò più tempo per ciascuna di loro e sarà meraviglioso.

Riprenderò in mano il mio lavoro, davvero. Nell’estate 2020 quando c’era la gara a far finta che l’incubo era finito io un po’ ci ho creduto e non ho fatto nulla per un eccesso di prudenza che si è rivelato profetico. Ho fantasticato su mille progetti ma credo che Ferai dopo tutto ciò sarà diversa.

Io sarò diverso perché il mondo deve essere diverso. Assaporerò ogni cosa con una diversa prospettiva, lo faccio già adesso dal momento che non posso pensare di aver buttato 366 giorni della mia esistenza. Un anno fa mi svegliavo in preda all’ansia, convinto di vivere in un incubo senza fine. Ora ho capito che posso essere un sognatore lucido.

Il mio Sanremo #1

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Nell’ultima settimana del febbraio 1998 ho quindici anni e assisto con gran curiosità al Festival di Sanremo condotto da Raimondo Vianello, Veronica Pivetti e Eva Herzigová. Questo è il Festival nel quale Vianello liquida Madonna come se fosse una seccatura, ma tra gli altri ospiti ci sono Michael Bolton, le All Saints e i Backstreet Boys all’apice delle rispettive carriere, Ricky Martin, gli Acqua e Celine Dion a due anni dall’epocale successo del Titanic per il quale ha vinto l’Oscar con “My heart will go on”.

La mia adolescenza era tutta TV e in quel Sanremo visto coi miei nonni paterni (coi quali vivevo ormai da oltre due anni) mi folgorò la grande Antonella Ruggero che ipnotizzava me e altri 13milioni e mezzo di telespettatori con “Amore lontanissimo”.

«Amore mio dove sei,
non senti che, io sono qua.
Mi farò ancora più piccola se tu non sarai qui con me.»

L’anno dopo torna e si conferma con una canzone dal titolo profetico: “Non ti dimentico”:

«Se non ci fosse il vento
che ruba il sonno al mare
se non ci fossero le nuvole
che all’improvviso ritornano
Io ti raggiungerei
tra l’orizzonte e il cielo
per poterti dire che
non ti dimentico.»

Sei anni dopo assisto a quest’altro capolavoro nel Festival di Bonolis e Clerici che vedo da Ivrea con Lara e Gemy. Tra un tiro d’arance al carnevale eporediese e una fetta di torta da Balla mi faccio ipnotizzare ancora da Antonella Ruggero. Sei anni dopo torna col botto al Festival con “Echi d’infinito” che mi fa innamorare definitivamente di lei.

Ilaria Cucchi (post de-Salvini-zzato)

Questo post è de-Salvini-zzato (non si parlerà di Salvini) nonostante tutto.

Signore e signori vi parlerò di quella gran rompicoglioni di Ilaria Cucchi.

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Ha rotto le palle, diciamocelo! Ma come si permette di chiedere giustizia per suo fratello  Stefano morto ammazzato dalle botte di due criminali? Come si permette di gioire di una vittoria giudiziaria dopo 10 anni in cui le hanno dato della bugiarda, della puttana e in cui Uomini dello Stato, tra Ministri e Carabinieri, hanno mentito per coprire chi l’ha ucciso?
Come di permette di essere così amata da chi vede in lei un esempio?

Sta sfruttando l’onda mediatica, la visibilità! Se ne stia a casa adesso, zitta e buona!

Non sia mai che l’Italia possa vantare tra i suoi politici esseri umani che si sono battuti, che hanno lottato e che si sono fatti valere nelle aule di tribunale e non sui social eh!

Diamola questa visibilità a quelle gran belle figure di merda con le gambe che rubano, spacciano, uccidono, corrompono e si vendono, continuiamo a guardarli nelle prime serate tv! Piangiamo alle lacrime quando il calciatore di turno davanti a mille obbiettivi di fotografi e trasmissioni fanno beneficenza!

La loro vicenda ormai è un simbolo, non più una storia privata, ecco perché si parla di questo. Se e quando reciterà in un film o ballerà in un talent o si sposerà con un tronista avremo altro da dire. Ma per ora è il simbolo di resilienza e resistenza che male non farebbe alla nostra politica. Perché “ha rotto le palle”? Perché non riusciamo a essere tutti felici per lei e per quel briciolo di giustizia che ha avuto? Perché deve “restare buona e zitta”? Una donna vorrà mica star fuori da casa sua e rivendicare giustizia, no? 

Certo, poteva fare come Antigone e farsi seppellire viva.

Che bel posto l’Italia. Ma d’altra parte è la Nazione in cui vogliono dare la cittadinanza onoraria al presentatore di Striscia la Notizia ma la negano a una Senatrice a Vita sopravvissuta all’Olocausto.

Scialla.

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Giuro che al primo commento fuori da wordpress non scrivo più sul blog. La gente non si rende conto di essere invadente. Scena: compleanno di Jules, argomento blog di Ile (che potete dovete leggere cliccando qui), commenti a raffica, domande alla diretta interessata e ancora commenti, suggerimenti e commenti a raffica.

È tutto imbarazzante, è una delle ragioni per le quali ho smesso di scrivere. Scrivere è intimo, è personale e se qualcuno lo fa su un blog è perché vuole cercare di aprirsi e farsi conoscere dal mondo, non gli viene facile evidentemente parlare a ruota libera a una festicciola di compleanno.

Statevi zitti.

continua sotto…

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Voglio scrivere di nuovo, sentirmi libero di farlo e condividere con voi quel che mi passa per la testa senza che mi si debbano fracassare le palle nella vita vera. Fatevene una e limitatevi a lasciare un commento (o più commenti, una valanga di commenti) qui sotto all’articolo. Mi farà piacere rispondervi.

Per carità, se dovesse succedere come in passato, ossia che i miei post sul mio blog diventano oggetto di discussione e critica sticazzi, va benissimo, lo metto in conto, ma l’importante è che con me non ne parliate. Unica regola del club è non parlare con me di ciò che scrivo, grazie.

continua sotto…

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Sono felice di essere tornato, spero di restare, ho tanto da scrivere ancora,

Sudare!

Ieri sera in scena ho mangiato due Ferrero Rocher e mi sentivo così sazio che a cena ho a malapena consumato una miserrima insalatina; inoltre l’adrenalina post spettacolo mi ha fatto chiudere occhio davvero tardissimo ma stamattina sono andato comunque in palestra: non me li merito un paio di addominali?

Ciao, sono Andrea e in poche settimane pretendo di demolire un lavoro sul mio corpo di 35 anni: costante divano e sporadiche capatine in sala pesi e l’incontro con nutrizionisti sbagliati, oltre che un rapporto sbagliato col cibo, hanno fatto sì che diventassi una fisarmonica. Quattro anni fa la folgorazione per il Functional Training ma la voce dentro me che sabotava ogni tentativo ha prevalso fino a qualche mese fa.

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Sto bene, sereno, felice e conscio che se la mattina condivido la sala pesi con anziani e mostrilli di varia natura, la sera sono io quello anziano e mostrillo perché sembra di stare nel backstage di una sfilata di Calvin Klein. La situazione cambia quando faccio Functional Training perché la lezione è così stancante che ci rende tutti orribili: sfido qualunque Mariano Di Vaio a lasciare la sala pettinato e bonazzo. 

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Punto e a capo.

Sono riuscito: a mantenere una dieta equilibrata, a fare esercizio fisico regolarmente (5 giorni su 7), a intrattenere solo rapporti sani con la gente, forse riesco perfino a riprendere a vedere Grey’s Anatomy (mi sono arenato a metà dell’ottava stagione ormai un anno fa), vuoi che non riesca a riprendere a scrivere sul blog con costanza? Boh, vedremo.

L’anno 2018 volge al termine e se mi guardo indietro [ma non lo farò per non annoiarti] devo dire che mai come questi dodici mesi sono stati vissuti intensamente. Bene così. 

Mi appresto a trascorrere i prossimi sei giorni di lavoro per poi godermi le vacanze: da sabato 22 dicembre a domenica 6 gennaio, inizio con una festa privata a casa con poche persone (vivo in un condominio ormai, devo farmene una ragione) per poi partire in Piemonte fino al 30 (parto e ritorno in nave, sono felicissimo, amo il “viaggio lento”) poi ci sarà capodanno (obbiettivo alcool e risate in giro per la stupenda Cagliari) e dal 2 gennaio voglio pensare alla palestra, al lavoro (la pianificazione mi rilassa) e agli affetti.

In questo periodo sto:

  • leggendo “Bacoming” di Michelle Robinson Obama, “”La gente” di Leonardo Bianchi, “Istruzioni per diventare fascisti” di Michela Murgia e sto rileggendo quell’allegria che è “Paula” di Isabel Allende;
  • guardando RuPaul All Stars 4 (okurrrrrr!), The Office e appunto Grey’s Anatomy ma in attesa di Trono di Spade e che trasmettano tutta l’ultima stagione di Shameless e de Le regole del delitto perfetto così da farne la maratona insieme a Ga’;
  • ascoltando canzoni di Natale (me l’ero ripromesso) da Bublè ai Pentatonix, ma anche l’ultimo di Baby K (mi disintossicherò da una con la presenza scenica di una scatoletta di tonno che non sa manco cantare live?), l’ultimo della Bertè e le sigle di Cristina D’Avena (Duets e Duets forver)
  • CREANDO – a mille. Non voglio parlare di lavoro, non ora, non qui. Ma il 2019-2020 saranno mesi di tante (troppe?) novità.

La generazione X

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Ma cosa vogliamo? La vita dei ventenni coi soldi dei cinquantenni e le relazioni dei teenagers. Eccoci, figli degli anni ’80, ci hanno chiamato “la generazione X” perché sembravamo incognite variabili e invece ci siamo rivelati essere prevedibili e banali.

Siamo cresciuti coi fratelli Walsh che vivevano a Beverly Hills ed erano bellissimi, ricchissimi, con amici bellissimi e ricchissimi e facevano qualche marachella che si risolveva sempre perché erano bellissimi e ricchissimi e dal 90210 siamo passati agli studi di Uomini&Donne in cui vediamo galline e galli lottare per la pollastra o il pollo di turno: maleducati, ignoranti e firmatissimi, hanno (apparentemente) tutto facendo (assolutamente) niente. 

Ci hanno imbrogliato facendoci credere che la vita fosse bella vita, come quella dei nostri connazionali in Vacanze di Natale: furbacchioni e grevi ma tuttavia simpatiche canaglie a cui si perdona tutto ed eccoci fregati a dover affrontare i problemi reali sperando di incontrate Kelly Taylor o di fare fortuna come quel tronista là, male che vada in vacanza riusciamo a farci la straniera. 

Ma la vita va avanti e noi con lei, senza mappe né riferimenti. Non siamo più i giovanissimi a cui son dedicate offerte e promozioni né i grandi che forti del boom nel quale siamo nati, hanno saputo mangiarsi tutto, lasciando a noi le briciole o meglio: lasciandoci niente.

Non abbiamo capito niente e facciamo finta di aver capito tutto: chi ci salverà da noi stessi?

Non sono una persona simpatica

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Metto il parmigiano sulla pasta al tonno e me ne vanto, immagina quanto me ne sbatto del giudizio altrui. Non faccio nulla per risultare simpatico alla gente ma non perché credo di essere superiore o perché sia timido (cosa che per altro è assodata) il fatto è che proprio non sono una persona simpatica.

NON

SONO

UNA

PERSONA

SIMPATICA

Chi mi conosce davvero sa che ho ragione, sa che la mia vita è tutta casa e lavoro: una casa poco curata sotto tanti punti di vista e un lavoro totalizzante; una casa che non è adibita a ricevere più di due persone (a parte me e Ga’ che ci viviamo) e un lavoro che assorbe ogni mia energia; una casa che rispecchia il mio essere (lunatico e umorale quindi a volte incasinata e a volte maniacalmente impeccabile) e un lavoro verso cui ruota tutto ciò che faccio quando non sono né a teatro né a casa.

Non sono una persona simpatica non solo per il luogo in cui vivo e il modo in cui lavoro, ma anche perché non riesco a conciliare la simpatia con: la pigrizia, la schiettezza, il mio senso dell’umorismo, il mio essere.

Ci sono persone che non devono sforzarsi per essere simpatiche, io dovrei ma non ne ho voglia né intenzione. Ci sono persone che emanano calore, io sono semplicemente cortese ed educato (con chi è cortese ed educato, mica sono un cretino totale).

MA:

nell’ultimo periodo ho palesemente perculato chi mi ha palesemente peculato e questa non è una bella cosa, anzi fa proprio schifo. Più di una persona ha cercato di trattarmi da cretino e io ho fatto specchio-riflesso alimentando la consuetudine dell’essere furbettini, gnorri. Ho sprecato tante energie preziose. 
Dobbiamo cercare di essere trasparenti che di schifo ce n’è fin troppo al mondo.

Non siamo persone simpatiche ma neppure i parafulmine di queste merde che vivono tra noi e pretendono di prenderci per il naso. 

Per-donare.

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Qualcuno prima di me avrà anche scritto che PER-DONARE è un regalo che si fa a se stessi prima che agli altri, ok, ma perché bisogna perdonare sempre e comunque? Io ho perdonato? La risposta è no: ho ricevuto più perdoni di quelli che ho elargito.

È così difficile dimenticare, così doloroso far finta che le cose non siano successe… mi aiuta il tempo che passa il fatto che ho una pessima memoria e quindi tendo ad annacquare le cose che accadono e ogni tanto mi capita di dovermi sforzare per ricordarmi come mai una determinata persona mi sta sulle palle. È bellissimo, ma pericoloso.

Se tutti sapessero cosa passa per la mia testa sarei più impunito di Berlusconi. Sbaglio tanto, sbaglio sempre ma sbaglio convinto di agire per il meglio, sempre e sempre più credo di agire per il meglio tanto più sto facendo un errore madornale.

È difficile essere me, ma forse è ancor più difficile avere a che fare con me.

Una cosa è certa: la cosa più giusta fatta nella mia vita è stata quella di perdonare me stesso. 

Fallocrazia.

Che vergogna essere un maschietto di questi tempi. Siamo i molestatori, siamo i ricattatori, siamo i violentatori, siamo gelosi e possessivi. La verità è che ci sta mancando la terra sotto i piedi, perché tutti si stanno rendendo conto che alla fin fine questa cosa che abbiamo tra le gambe non è poi tanto importante: ormai se ne stanno rendendo conto tutti, ma noi già da un pezzo.

Il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini: perfino Dio ha deciso che dovevamo esser noi per primi a colonizzare il Paradiso Terrestre, lei è arrivata dopo a far casini per il capriccio di mangiare una mela e per colpa sua l’abbiamo pagata cara pure noi poiché chi-dice-donna-dice-danno, nient’altro che questo. Per non parlare di Allah che ci promette ben 72 vergini nell’aldilà se ci martirizziamo: lei è un premio, una ricompensa, nient’altro che questo. Sì, ci siamo ritrovati in un mondo costruito ad hoc per noi da chi ci ha preceduti, ma la favola è finita e la principessa si salva da sola…e il drago siamo noi. 

Perfino nei processi sommari che ci piaccion tanto sui social di questi tempi noi dibattiamo se lei-doveva-parlare-prima, se lei-se-l’è-cercata, non se lui se lo poteva tenere nei pantaloni e basta.

Ma io dico: irresistibili come siamo, data quella cosa che abbiamo tra le gambe, perché dovremmo approfittare della nostra posizione di potere o della nostra supremazia fisica per portarcela a letto? Ah, giusto: forse non siamo poi tanto irresistibili.

Che vergogna essere un maschietto di questi tempi, perché essere Uomini è tutta un’altra storia.

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