La lettera

Qualcuno ha detto “Nello scrigno dei ricordi il tempo ne deteriora le immagini ma non l’essenza”. Qualcun altro ha detto “Le cose che ami di più al mondo non ti verranno mai strappate via”. Io ci credo, ora ne ho la prova. So che né la morte né la malattia possono portare via i sentimenti. L’amore prescinde dal fatto che la persona per la quale lo si prova sia morta, o ammalata.
Ogni mattina mi sveglio e penso a mia madre. Ogni notte vado a dormire pensando a lei. Ogni istante della mia vita, giorno dopo giorno dopo giorno è dedicato a lei. A te mamma…
Tu, ti ricordi di me?
Io mi ricordo delle lunghe passeggiate in campagna che facevamo quando ero piccola e di tutte le cose che mi raccontavi mentre camminavamo tra alberi e fiori sotto il cielo. Mi ricordo di come ti preparavi, la mattina, prima di uscire di casa, mi ricordo la perfezione che pretendevi alla tua cura. Mi ricordo di com’eri bella, bellissima, così affettuosa, così estroversa… come sei adesso, ma forse in maniera diversa.
Io mi ricordo anche che il mio papà, tuo marito, se n’è andato per sempre quando io ero piccola e morendo lui, se n’è andato tutto. Non c’era più niente da perdere. Invece dopo un anno hai scoperto che c’era altro dolore da provare, che esiste un dolore più grande della perdita di un compagno di vita: esiste la perdita di un figlio. Un anno dopo papà, anche mio fratello è andato via per sempre. I tuoi uomini ti hanno lasciata, tradita, abbandonata.
Mamma, ricordare le cose è fissarle nella memoria e pazienza se qualcosa fa male, pazienza se ricordare le cose brutte le rende sempre presenti. Insieme alle cose brutte ci sono anche le cose belle, ci sono le passeggiate tra alberi e fiori, ci sono la tua bellezza, il tuo amore incondizionato per le persone, ci sono papà e anche tuo figlio, strappati via troppo presto a noi, alla vita.
Io mi ricordo che sono stati anni difficilissimi poi, che ti sei sempre più chiusa in te stessa, sempre più impermeabile, sempre più sola tra la gente, sempre più triste nella gioia della vita. E poi sei esplosa. Esplosa come una bomba che non fa rumore, come un acquario che non sparge acqua, sei esplosa come una primavera senza fiori.
E’ stato poco prima di Natale, forse mancava una settimana, forse quel Natale non è mai arrivato. Sei esplosa iniziando a dimenticare le banalità della vita, hai come sottratto  e sottratto sempre di più. Quel dicembre hai cominciato a chiedermi di tua madre che era morta da tempo. C’era qualcosa che non andava in te. La nostra vita si è trasformata, adesso mi sento io la tua mamma.
Ma mi chiedo: ora sei felice? Adesso che sei esplosa senza fare chiasso, che hai seppellito tutto dentro di te, o fuori da te: sei felice? Sei felice come non lo sei mai stata? Sei più serena rispetto all’inferno solitario che hai vissuto dopo che i tuoi due uomini ti hanno lasciata, ci hanno lasciate? Adesso che sei quì o altrove, ti devo dire una cosa, una cosa di cui non mi vergogno, una cosa che dico da figlia: anche se per te, ovviamente, avrei voluto una vita diversa, anche se poteva andare meglio, sono felice che tu non sia più depressa.
Ogni mattina facciamo colazione insieme, ci prepariamo, belle, bellissime, per uscire di casa. Vuoi sempre uscire mamma…vuoi compensare il troppo tempo passato da sola a casa? E usciamo, veniamo al Centro di Vallermosa. La prima volta che ti ci ho portata mi hai guardato strana e mi hai rivelato che qui “sono tutti malati”. Io lo so che tu non sei ammalata mamma, ma in questo posto possono aiutarti come io non potrei fare, qui puoi renderti utile come fai sempre: puoi aiutare chi sta male, portare in giro le persone sulla carrozzina, aiutare le ragazze e i ragazzi ad apparecchiare e sparecchiare la tavola, rifare i loro letti. Fare un po’ la mamma che con me non riesci più a fare.
L’unica cosa che da mamma ti è rimasta è la tua grande preoccupazione per me. Non mi vuoi lasciare sola, sai cosa significa la solitudine e non la auguri a nessuno, tanto meno a tua figlia. Dove sei? Con chi sei? Quando torni? Mi chiedi sempre queste cose. Forse vuoi sempre uscire con me perché vuoi essere sicura che io stia bene? E quanto ti piacciono il mio compagno e i miei amici. E lo sai mamma che anche tu piaci a loro? Come potresti non piacergli…sei così bella, sei così piena di vita…
Mamma, lo sai che io a volte non ce la faccio? Lo sai che io a volte non riesco più ad andare avanti? Lo sai che non ci immaginavo così a questa età? Lo sai che mi sarebbe piaciuto che tu ti fossi risposata o che comunque un altro uomo ti avesse aiutata a portare il peso della vita e dei dolori? Mamma, lo sai che certe volte avrei voluto un destino diverso per noi? Lo sai che non ti cambierei con niente e nessuno al mondo, ma a volte non ce la faccio, scoppio ed esplodo anche io, però con le lacrime, con i “perché è successo a me?”. Mamma, poi tu ti avvicini, mi chiami “Amore mio” e mi accarezzi. “Amore mio” e mi baci. “Amore mio” e mi fai passare le lacrime. “Amore mio” e mi dai la forza…
Mi hanno chiesto cosa vorrei dirti se per un istante tu fossi qui con me, presente alla vita come lo sono io. Io ti direi che sei la mamma più bella del mondo e io non ti lascerò mai sola.

di Andrea Ibba Monni per “Fortuna è sera – il tempo qui non muore mai”, Cagliari, 2 luglio 2011

Spettri d’Acque Profonde

arkhee_shoutFinalmente il viaggio è iniziato, non a febbraio quando abbiamo cominciato a prepararlo, ma adesso che è on line in the world wide web, nella ragnatela intorno al mondo. Perchè partiamo ora, prima facevamo le valigie e ora che il tempo stringe, siamo sempre più pronti al progetto estivo del baratto teatrale che l’anno scorso è stato un successo e che quest’anno sarà ancor più organizzato in grande.

Questo video, di cui trovi il link sotto, è lo studio su “Spettri” di Henrik Ibsen, da un punto di vista tutto mio.

Un viaggio mentale… “Spettri, si, un paragone appropriato”,  Spettri d’acque profonde,  anzi,  profondissime, dove non riconosci più il fresco scorrere delle impressione dal gelido lago dell’incoscienza.

Spettri d’Acque Profonde è un progetto di baratto teatrale www.ilbaratto.wordpress.com

Direzione e Montaggio – Andrea Ibba Monni

con

Andrea Ibba Monni

Andreina del Raso

Giulia Paderi

Comparsi nello scorrere della coscienza: Mauro Ferrari, Camilla Mulas, Alessio Pes

CLICCA QUI PER VEDERE  SPETTRI D’ACQUE PROFONDE