2001-2011: compio dieci anni da attore di teatro. In un paio di puntate vi racconto come è iniziata, come è andata. Nomi, cognomi, esperienze, retroscena, fatti e misfatti senza peli sulla lingua.
SEGUE... [qui la prima puntata, qui la seconda e qui la terza]
16 settembre 2003: parto per l’Erasmus, borsa di studio che mi permette di passare 9 mesi in Inghilterra a studiare Politics secondo il mio piano di studi in Scienze Politiche. L’unico dramma vero è quello di fermarmi nel lavoro. Un anno senza teatro. E poi chi più mi vorrà in Sardegna su un palcoscenico?
Così tre settimane più tardi dal mio arrivo in quel di Lancaster eccomi alle audizioni per le tre nuove produzioni della LUTG al Nuffield Theatre. Pigrizia e timidezza vogliono che mi presenti solo a uno dei tre: “R+J”, da “Romeo e Giulietta” Shakespeare, regia di Danny Price. Si, è banale debuttare in Inghileterra con uno spettacolo così, lo so. Ma sputaci sopra…Mi trovo con 40 inglesi bravissimi a fare esercizi e training teatrali, finché Price chiede di dividerci in Montecchi e Capuleti e di inscenare improvvisamente un incontro con scontro verbale. I miei dieci anni di inglese scolastico (tre delle medie, cinque delle superiori e due universitari) mi servono a poco, saprei dire benissimo che “the pen in on the table” e “the cat is black”, ma la padronanza che ho della lingua in confronto a quei 40 che la parlano da quando sono nati è imbarazzante. Potevo pensare “Ok, I’m fucked!” e lo penso, ma il colpaccio di genio arriva quando al mio turno di improvvisazione col gruppetto di attori/attrici locali, inizio un pistolotto cattivissimo, un monologo rabbioso e cazzutissimo indirizzato a loro: in italiano. Loro diventano pietra e il regista, esaltatissimo, mi sceglie per interpretare Frate Giovanni. Non sono di certo il protagonista, ovvio, ma da qualcosa si deve pur cominciare.
Dopo due mesi di prove nelle quali ho avuto a che fare con un cast di ragazze e ragazzi preparatissimi e bravissimi, il 2 dicembre 2003 c’è il grande debutto di fronte a una nipote della Regina Elisabetta, poi si sarebbe replicato i due giorni successivi. C’è da dire che ho vissuto il mio incubo peggiore. Si, perché sotto pesantissimi antibiotici per guarire da una laringite pazzesca, e dovendo entrare in scena nella seconda parte dello spettacolo, attendo diligentemente il mio turno dietro le quinte (immense e completamente buie, nel teatro Nuffield che è di per se gigantesco), succede che mi addormento. Improvvisamente mi desto e mi affaccio per capire a che punto dello spettacolo s’era giunti. Toccava a me. Fortuna ha voluto che entrassi in scena con “soli” cinque secondi di ritardo. Epico. Ancora sudo freddo a ripensarci.
A gennaio 2004 riaprono le selezioni per altre tre produzioni, faccio i provini solo per “Antigone“ di Jon Adams e di nuovo vengo scelto. La parte è corposa, il regista ha diviso il coro in tre interpreti e io sono uno di loro. Lo spettacolo non è granché a livello registico, ma il cast è fantastico, sono tutti bravissimi e io non credo alla fortuna che ho. Arriva marzo e decido di presentare ai soci del LUTG il mio progetto. “Pinocchio: true fake!“ con l’aiuto del mio amico David T., italo-inglese e bilingue che da R+J in poi, non mi ha più mollato, e senza il quale la mia esperienza teatrale inglese sarebbe stata più difficile. Bene, bando alle ciance, il progetto viene approvato e mi trovo a dirigere il mio primo spettacolo da regista, in inglese, con inglesi, in Gran Bretagna. Ecco il promo dello spettacolo (parte al decimo secondo)
Sono stati due mesi bellissimi e molto divertenti, da aprile a giugno tutti i ragazzi hanno fatto da cavie alle mie idee bizzarre e le hanno vestite al meglio, sono stati pazientissimi quando ho svalvolato e hanno guadagnato un posto indelebile nel mio cuore e nel mio percorso artistico. Lo spettacolo è andato benone, la stampa l’ha acclamato, pure l’Erasmus è stato una figata e gli esami discretamente.
Ma il 16 giugno 2004 è ora di tornare a casa e di capire se il teatro sardo mi vuole ancora.
P.S: quà sotto vedete la locandina dello spettacolo e ancora più giù una foto ricordo col cast. Sorvolerei volentieri sulla mia bandana bianca, grazie.
CONTINUA...